
DALL’ANTICHITÀ AI GIORNI NOSTRI
La coltivazione della vite in Puglia risale ad epoche antiche, in particolare all’epoca fenicia, anche se in realtà furono i Romani ad apprezzare per primi i vini pugliesi, esaltandone le qualità e i loro aromi.
Nei secoli successivi la diffusione della temibile fillossera determinò lo sterminio quasi totale dei vigneti: questo disastro divenne l’occasione per apportate modifiche qualitative al sistema produttivo.
TERRITORIO E QUALITÀ
Si puntò quindi alla ricostruzione dei vigneti: seguendo le vecchie logiche per la produzione di vini da taglio e, in parte, puntando alla qualità con l’introduzione dei Vitigni Negroamaro e Primitivo.
Nel corso degli anni queste azioni furono premiate ed il successo fu talmente grande che ancor oggi questi vitigni rappresentano l’enologia pugliese nel mondo. I vigneti pugliesi sono dominati in maniera incontrastata dai vitigni a bacca rossa, che ricoprono più dell’80%.
I vitigni che regnano nel territorio vitivinicolo della Puglia sono Negroamaro e Primitivo, seguiti da Bombino bianco e nero, Trebbiano toscano, uva di Troia, Sangiovese, Montepulciano, malvasia nera.
Oltre alle 4 Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG), la Puglia include 28 Denominazioni di Origine Controllata (DOC), il più alto numero di DOC in Italia dopo la Toscana.